Ore 16.30
Al termine della presentazione in riunione plenaria dei contenuti emersi durante i lavori di gruppo, la giornata si conclude con l'intervento di Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL.

L’obiettivo di questo governo, esordisce Pantaleo, è chiaro: destrutturare e indebolire la contrattazione, frammentando i lavori e determinando quindi spinte neocorporative. Infatti sia il decreto 150/2009 che l’intesa separata sul modello contrattuale vanno nella direzione di restringere gli spazi di contrattazione. Tutto ciò è evidente sia sul fronte della contrattazione nazionale che su quella decentrata. Infatti la contrattazione di secondo livello viene sostanzialmente vanificata, in quanto il salario accessorio viene per la gran parte attribuito per la performance individuale. Inoltre per effetto delle disposizioni sulla ex IVC e della possibilità di agire unilateralmente da parte dell’amministrazione, viene meno la pari dignità tra OOSS e parte datoriale, ridimensionando la funzione stessa del sindacato.

A fronte di questo quadro abbiamo bisogno di riconquistare il contratto e il sistema contrattuale. Dobbiamo, prosegue Pantaleo, aprire e riconquistare gli spazi contrattuali, per depotenziare i contenuti del decreto Brunetta.

Il seminario ha affrontato tre temi: federalismo e contrattazione, valorizzazione professionale e contratto della conoscenza. Sulle questioni del federalismo e soprattutto dell’accordo in via di definizione per l’attuazione del titolo V° nell’istruzione, intendo affermare con chiarezza che c’è un punto di quell’intesa che ci vede assolutamente contrari: la questione della doppia dipendenza del personale della scuola. Riteniamo che non vi sia bisogno, per attuare il disposto costituzionale, di sancire una doppia dipendenza dei lavoratori. Riteniamo che ciò rappresenti null’altro che una fase transitoria, che prelude in realtà ad un passaggio tout court alle regioni. Gli altri settori della conoscenza, università, ricerca, Afam, non stanno dentro quell’accordo ma sono egualmente toccati dalle spinte federaliste. Infatti la scarsità delle risorse statali determina un intervento economico delle regioni, lo possiamo vedere chiaramente sul comparto università. Questo intervento però ha effetti sul versante contrattuale. Per questa ragione è necessario addivenire ad un intesa nazionale sulle relazioni sindacali con le regioni, che definisca chiaramente i contenuti del confronto con le OOSS.

Il tema dell’ accorpamento dei comparti contrattazione sarà al centro della nostra discussione nelle prossime settimane. La FLC e la CGIL hanno chiesto che uno dei comparti sia dedicato alla filiera della conoscenza. I motivi dei questa richiesta sono molteplici, ne voglio ricordare due:

  • - la struttura contrattuale non è inscindibile dall’impianto strategico e dalla mission di un settore, disarticolare questo aspetto significherebbe determinare una scissione identitaria;
  • - le competenze a livello di governo sono integrate ed è per questo importante che vi sia una corrispondente integrazione a livello contrattuale.

È necessario pertanto, sostiene Pantaleo, mettere in campo una proposta realistica e seria che preveda una fase di sperimentazione: "noi immaginiamo un impianto contrattuale con una parte comune molto snella che disciplini alcuni tematiche quali valorizzazione professionale, indennità che sostituisca la vacanza contrattuale, mobilità intercompartimentale e poi l’altro perno di un ipotetico contratto della conoscenza deve essere il rispetto delle specificità dei nostri settori".

La valorizzazione professionale è l’altro tema centrale: "noi non condividiamo l’impostazione del decreto 150/2009 che è sostanzialmente una impostazione punitiva, gerarchica e autoritaria". Per questa ragione, insiste Pantaleo, dobbiamo avere un punto di vista nostro che intrecci il tema della valutazione di sistema con quello della valorizzazione professionale.

Su questi tre temi è necessario approfondire e proseguire la riflessione. Il seminario di oggi non può ovviamente essere esaustivo, la cosa importante è che la FLC porti le sue proposte ai tavoli di trattativa e di confronto. Non possiamo subire infatti, conclude Pantaleo, impostazioni che non ci appartengono e che consideriamo negative per i lavoratori e per la difesa dei loro diritti.

Aspettando il congresso nazionale