I lavori della terza giornata del Congresso nazionale della FLC CGIL riprendono per dare spazio alle tante richieste di intervento giunte alla presidenza.
Ore 9.35
Giusto Scozzaro, Segretario generale FLC CGIL Sicilia, ci ha consegnato un documento che pubblichiamo integralmente in allegato.
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Roberta Roberti, FLC CGIL Parma, insegnante, è la prima ad intervenire. Si interroga sul Congresso e sul perché stia usufruendo di quattro giorni di permesso per parteciparvi. Perché, si chiede, nessuno interviene sulla relazione del Segretario generale Domenico Pantaleo? Dove sono le linee politiche dei prossimi quattro anni? È necessario trovare, dice, una piattaforma di azione comune. Evidenzia che bisognerebbe partire da qui e non aspettare il Confederale. La Conoscenza, sottolinea, deve essere una priorità anche per il Confederale che deve aiutarci. Data la situazione suggerisce di recarci tutti a Loreto per chiedere la "grazia".
Angela Giannelli, FLC CGIL Puglia, la quale sottolinea la possibilità che il comparto della scuola sarà distrutto dal federalismo, si chiede che fine abbia fatto la capacità di incidere del sindacato. Dopo una parentesi sulle varie proposte del Governo, graduatorie regionali, meritocrazia come selezione di classe ossia come privatizzazione, la residenza come criterio di accesso..., evidenzia che le destre non sono unite ma sanno nasconderlo bene. Ricorda che la normativa europea stabilisce la libera circolazione delle professioni, la qualità degli insegnanti farà la qualità della scuola. Suggerisce di costruire percorsi formativi comuni e di non dimenticarsi degli alunni, non vi deve essere una differenza territoriale degli apprendimenti. Ancora, i suggerimenti di Confindustria denotano una divergenza di vedute che esiste all'interno delle forze di Governo. Suggerisce la compagna che il sindacato debba lavorare in modo da impedire un federalismo che aumenti il divario già esistente.
Francesca Gianelli, FLC CGIL Pordenone, apre l'intervento sollecitando l'attenzione su Emergency e sulla possibilità di ragionare che un anno di finanziamenti delle spese di guerra potrebbe far funzionare per un anno l'ospedale di Khartoum. Mette in evidenza la scarsa rappresentatività dei giovani e delle donne nel sindacato, solo 3 donne su 21 sono segretari regionali. Sottolinea la situazione relativa al proprio territorio e la forte crescita di perdita di posti di lavoro, l'università dovrebbe protestare, si dovrebbe investire nella Conoscenza per superare la crisi, bisogna creare nuove forme di lotta dove coinvolgere i genitori. Il lavoro è un diritto, i nostri diritti fondamentali non vanno toccati, i giovani sono sempre più precari e vivono una situazione di incertezza. Occorre, conclude, ragionare e continuare la lotta dei partigiani.
Teodoro Monaco, FLC CGIL Piemonte, l'assalto alle Università inizia da lontano, l'autonomia è stata utile ai baroni, utile anche alle lobby del cemento, gravi sono i danni alla ricerca e nuovo precari sono stati creati. Mette in luce la situazione delle università, i ricercatori d'Italia sono i meno pagati d'Europa, la riduzione dei fondi al funzionamento farà chiudere diverse università. Bisognerebbe aprire dei tavoli per discutere sul licenziamento dei precari. Conclude lamentando la mancanza in questo congresso di un'analisi seria della guerra in Afganistan. È necessario, dice, ritirare le truppe senza se e senza ma.
Carmine Lungo, Segretario FLC CGIL Vercelli, riflette su ciò che abbiamo fatto di buono che deve essere il nostro punto di partenza per il futuro.Esprime la sue perplessità, la CGIL è vista come il nemico da abbattere poiché rappresenta l'unico pensiero di spessore contro il Governo, il modello prevalente è quello dell'individualismo, i diritti non ammettono deroghe e preferenze, da valori condivisi si è passati a problemi individuali. É cambiato il rapporto sindacato-lavoro, la capacità critica non deve venir meno. La possibilità della non esistenza della CGIL sarebbe un problema per i ceti sociali. La CGIL esiste!
Michele Venzi, FLC CGIL Lombardia, si definisce ed è definito come quello della scuola privata. Nella situazione che prospetta sottolinea che in Lombardia le scuole private rappresentano, per numeri, il secondo comparto della FLC CGIL, il 10% dei lombardi sceglie scuole private, i lavoratori delle scuole private percepiscono il 20% in meno dello stipendio e lavorano il 20% in più dei colleghi delle scuole pubbliche, lavorano e conquistano le dignità sociali come tutti, rappresentano una parte importante della Conoscenza. Con il nostro agire che dobbiamo e possiamo riqualificare il sistema dell'istruzione, bisogna ampliare la nostra capacità di rappresentanza.
Claudio Riccio, Link Coordinamento Universitario, esprime la possibilità che tutti gli studenti si uniscano e che lottino insieme, cosa che accadrà da settembre prossimo. Sottolinea che siamo di fronte all'inganno dei saperi, alla dequalificazione dell'università e ai tagli alla stessa, allo smantellamento dell'università. Parla della nuova normativa come di un combinato pericoloso, il Governo ci stupisce e si supera ogni volta, tutto è basato sulla valutazione del "peso".
Luigi Martano, FLC CGIL Puglia, prospetta un quadro generale e politico della situazione attuale, dalla vittoria delle elezioni regionali in Puglia della sinistra alla lettura sui giornali che alunni non mangiano o non usufruiscono dello scuola poiché non pagano sotto l'indifferenza totale di chi assiste. In Puglia hanno risposto ai tagli della Gelmini con delle sovvenzioni alle scuole. Secondo lo stesso la relazione del Segretario Generale Nazionale è priva di un solo punto, che va colmato, l'autonomia delle e nelle scuole, l'autonomia no dei Dirigenti scolasti ma degli organi collegiali.
Mariano Di Palma, Unione degli Studenti, inizia con una citazione di Giovanni Pacchiano sulla scuola "...vi sono due scuole quella della burocrazia e quella degli studenti e dei docenti..". Il rapporto tra popolo della Conoscenza e studenti deve basarsi sulla complicità, anche quando, ed in particolar modo, vi sono difficoltà. La FLC CGIL, sostiene, rappresenta per l'UDS un baluardo, bisogna unificare le lotte e costruire una rete di comunicazione. Deve aumentare il luogo dei saperi che costituirà il centro del processo produttivo.
Stefano Cebrelli, FLC CGIL Liguria, espone il punto della situazione sottolineando come la crisi non abbia colpito tutti nella stessa misura, gli interventi pubblici hanno mascherato gli effetti e sopratutto gli effetti non sono ancora finiti. Propone un'analisi comparata della crisi e dei sui effetti su l'altra parte del mondo, a questo punto si chiede come il sindacato affronterà il tutto, si preoccupa quando si dice che le categorie andranno per conto proprio, bisognerebbe mettere in campo tutte le forze poiché il sindacato in questo momento sembra debole.
Gabriele Giannini, responsabile nazionale struttura di comparto ricerca, appena salito sul palco, per prima cosa, rivolge un pensiero a Emergency rammaricandosi per il fatto di non poter essere presenti alla manifestazione di domani, sabato, a Roma.
Si sta attraversando una fase complessa e difficile: la crisi economica, la destra rafforzata dalle elezioni regionali, la sconfitta storica della sinistra. In questo quadro il movimento sindacale è in difficoltà. Il ruolo e il compito del sindacato è diventato ancor più difficile in questi anni con la crescita a dismisura del precariato, della flessibilità, dei mille contratti - tutti diversi - che fanno stipulare ai lavoratori, l'evasione fiscale ecc. Il sindacato, oltre alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori, deve tutelare i beni comuni (acqua, energia…), rilanciare il sistema scolastico, rinnovare la capacità d'ascolto. Poiché la formazione è tra i capisaldi della democrazia, è proprio lì in particolare che il governo si è accanito. Se non si costruisce un'opposizione sociale al governo avremo un futuro piuttosto difficile.
Fabio Fornari, Coordinamento RSU Università di Brescia, sottolinea che tra le tante nefandezze della legge sulla pubblica amministrazione di Brunetta, e di quella della Gelmini sulla governance, c'è quella per cui il dirigente, il rettore avranno potere assoluto, e, di conseguenza, gli organi collegiali saranno fortemente indeboliti.
La FLC CGIL deve tornare a fare pedagogia all'interno degli atenei, non deve solo informare ma parlare con la gente.
Fabio Mancini, Presidente del Collegio dei sindaci revisori della FLC CGIL, da lettura della relazione complessiva sui bilanci per il periodo intercorrente dal Congresso precedente. Viene sottolineato, in particolare, che il nostro sindacato, nonostante le tante difficoltà legate alla situazione generale, ha saputo rinnovarsi anche dal punto di vista della gestione economica e finanziaria. Alla correttezza delle operazioni svolte negli esercizi finanziari di riferimento, si sono affiancate anche scelte che hanno consentito di destinare un maggiore investimento nell'attività politico/organizzativa, sia in termini assoluti che percentuali. Un dato di rilievo, tende a sottolineare Mancini, se si considerano le molteplici "emergenze organizzative" di mobilitazione a cui si è dovuto far fronte in questi anni.
Luigi Nunziata, segretario generale FLC CGIL Novara, interviene in modo critico e preoccupato. A Novara il tasso di sindacalizzazione dei lavoratori è solo del 15%. Questo significa che occorre una profonda modifica generale e culturale nel sindacato che deve estendere la rappresentanza e la sua rappresentatività nel territorio. E' da lì che bisogna ripartire. Se ne parla sempre ma mai si riesce a concretizzare qualcosa. E' proprio il modello organizzativo del sindacato che va modificato.
Paolo Modena, FLC CGIL Alessandria, sostiene che il sindacato dovrebbe essere sì in grado di leggere una busta paga, di ricostruire la carriera di un lavoratore, ma è altresì importante che sappia organizzare mobilitazioni e scioperi. Rivolge un importante invito al sindacato FLC: non si deve cadere nel localismo, tenere sempre presente il contesto internazionale stringendo ancor più legami con altri sindacati europei. L' intervento termina con la più nota frase di Marx: "Proletari di tutto il mondo unitevi".
Renato Comanducci, centro nazionale, sottolinea che, poco noto, poco esaminato, sta arrivando il provvedimento Gelmini che ridurrà la democrazia all'interno degli Atenei, aggraverà il precariato, confermerà i tagli. Non ci sono risorse per far vivere l'università. Va in fumo il progetto che per decenni abbiamo perseguito, quello di coniugare un'università di massa con un'università di qualità. Ricorda, inoltre, il decreto recentissimo del governo che ha abolito per gli editori le tariffe agevolate per le spedizioni postali (dal 1 aprile). Ciò rovina le piccole case editrici, che, come le Edizioni Conoscenza, lavorano con gli abbonamenti postali. Auspica la realizzazione di una miglior sinergia tra la FLC, la casa editrice e l'associazione Proteo Fare Sapere. Ricorda l'iniziativa della FLC del 21 maggio a favore dell'università e invita tutti a partecipare perché i problemi dell'università sono i problemi della società.
Biagio Antonio Salvati, FLC CGIL Bologna, solleva, anche se brevemente, varie questioni: valutazione, merito, democrazia, federalismo fiscale. Sono questi i temi che bisogna rimettere al centro. A Bologna si è fatto molto: assemblee, scioperi, preparazione liste RSU, iniziative, ecc. Che cos'altro bisogna fare per far tornare a ragionare questo Paese? Occorrono proposte forti e innovative e passare da una situazione in cui si sta in difesa a una di attacco.
Ivo Vacca, amministratore della FLC CGIL, ritiene che poiché la società e l'economia sono in continuo mutamento, anche il sindacato deve cambiare. Ma i suoi valori devono rimanere ben saldi. I problemi della sinistra e del sindacato sono gli stessi, ma la CGIL ha qualche vantaggio rispetto ad essa. La Cgil, attraverso le sue sedi, le camere del lavoro è più radicata nel territorio e può con più facilità ripartire dai bisogni dei singoli. Questo dev'essere il nostro nuovo progetto per neutralizzare l'attacco che il governo sta mettendo in atto per isolare la CGIL. La conoscenza è l'unico volano per far ripartire l'economia.
Natalino Giacomini, segretario generale FLC CGIL Friuli Venezia Giulia, sostiene che nella strategia del governo c'è la volontà di dividere il pubblico dal privato; i padri dai figli; gli italiani dagli stranieri e ogni altra sorta di divisione. E' per questo che ci si deve unire scuola-università-ricerca. La filiera della conoscenza va rimessa al centro proprio perché è essa è prioritaria per il futuro del paese.
Pino La Fratta, FLC CGIL Campobasso, esordisce affermando che il governo sta devastando la scuola. Il decreto salvaprecari è una vera e propria presa in giro: è fatto a zero euro. Con la scusa della valutazione del merito si vogliono abolire le graduatorie. È importante questo coordinamento nazionale dei precari però esso deve essere un punto di partenza e non di arrivo. Nessuno dev'essere abbandonato a lottare da solo perché dalla frustrazione all'apatia il passo è breve.
Ore 12
Ermanno Detti intervista Tullio De Mauro sul tema "Gianni Rodari e 'Le cose difficili': la lettura e la scuola di tutti e di tutte". Entrano in campo la storia, l'attualità, le ragioni profonde della scuola di tutti e di tutte.
Contrappuntata dalla lettura di filastrocche di Gianni Rodari, la conversazione si srotola inanellando i temi della lettura come finestra che apre orizzonti; della lingua per capire e farsi capire, per ascoltare e riconoscere le ragioni degli altri; i temi della dignità del lavoro e dei lavori; della scuola italiana e dei suoi grandi meriti, oggi poco riconosciuti. Di una scuola che c'è e, nonostante tutto, si continua ostinatamente a fare bene, con i sacrifici, la passione, l'impegno di chi ci lavora. Quella scuola che, secondo Tullio De Mauro, è l'antidoto migliore al prodursi di dittature morbide.
Al termine, la platea congressuale, in piedi, saluta Tullio De Mauro con un lungo, caloroso, affettuoso applauso.
Leggi l'abstract dell'incontro.
Ore 13.10
Terminato l'incontro con Tullio De Mauro, riprendono gli interventi dei delegati che proseguiranno fino alle 14.00. Successivamente ci trasferiremo al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, dove si svolgerà la tavola rotonda dal titolo "Federalismo e settori pubblici della conoscenza".
Giampietro Santinelli, FLC CGIL Milano, parla dei giovani e del loro rapporto con il sindacato, in particolare con la con la nostra organizzazione. L'obiettivo è quello indicare cosa la FLC CGIL potrebbe fare per dare un futuro ai giovani. Un futuro che ai giovani incute paura. È difficile per la nostra organizzazione intercettare i giovani e portarli dentro il sindacato. Bisogna quindi conoscerli. Se qualcuno pensa che siano tutti interessati al posto fisso si sbaglia; infatti loro lamentano una flessibilità di bassa qualità che rasenta lo sfruttamento, una precarietà a tempo indeterminato. I giovani precari hanno timore, anche quando stabilizzati, di iscriversi al sindacato. C'è un mondo del lavoro nuovo che non ha protezioni sociali. Bisogna combattere l'idea che nei giovani che il sindacato non serve e i problemi possono essere risolti individualmente. C'è bisogno di un progetto confederale. Serve, conclude Santinelli, una CGIL che non parli solo a se stessa ma guardi a tutti i lavoratori e sia autonoma dai partiti.
Enrico Macrì, FLC CGIL Benevento, sottolinea che siamo riuniti per concordare come uscire dalla crisi economica, sociale, finanziaria. Il governo era chiamato a sostenere le imprese ed i lavoratori che pagano il prezzo maggiore; invece il nostro governo ha dato risorse alle imprese, alle banche (cioè i soggetti che hanno provocato la crisi) ed ha tagliato la spesa pubblica, mentre era necessario sia sostenere il sistema produttivo sia sostenere i ceti deboli. Questo governo non ha un progetto per il Paese. L'unica strategia è quella di attendere tempi migliori. Nel frattempo il sistema produttivo e le famiglie saranno ridotte sul lastrico.
Peppino Gentile, docente Università Federico II di Napoli, nel suo intervento affronta, in particolare, due questioni: l'autonomia universitaria e la valutazione del sistema universitario. Sono due obiettivi da perseguire e sono oggetto del disegno di legge Gelmini. Il modo però in cui sono trattati persegue obiettivi opposti a quelli dichiarati; in realtà c'è una spinta al centralismo e non verso l'autonomia. Il nostro sindacato deve difendere e non contestare l'autonomia; ovviamente dobbiamo avere una nostra idea di autonomia. Bisogna immaginare che autonomia sia connessa a responsabilità e che ci sia un controllo sociale sull'uso e sui risultati dell'autonomia.
Nella valutazione internazionale il nostro sistema universitario si colloca intorno al quinto posto. Ci sono però due norme del disegno di legge che rischiano di affossare il nostro sistema. Le due norme sono: a) la cancellazione della ricerca tra gli obiettivi delle università; b) la valutazione delle università a costo zero. L'effetto di queste disposizioni rischia di creare un sistema a due velocità: le eccellenti e le mediocri. In base a questi due norme il nostro sistema rischia di precipitare nelle classifiche internazionali. Per la valorizzazione degli studenti l'Italia spende un terzo di quanto spende la Germania. Per contrastare questa situazione serve una forte contrattazione territoriale e il sostegno della nostra confederazione.
Enrico Grillo, segretario generale FLC CGIL Caserta, ricorda che a Caserta c'è la camorra ed è difficile svolgere il mestiere di sindacalista, cioè tutelare e rappresentare. In molte situazioni i lavoratori sono chiamati a decidere con chi stare, se farsi tutelare dalla camorra o dal sindacato. C'è molta disoccupazione. L'amministrazione scolastica, nonostante questa situazione, ha tagliato le risorse per intervenire nelle situazioni marginali: bambini figli di immigrati. In alcune realtà si parlano fino a 10 lingue nelle nostre aule. Lo Stato ha risposto con le schedature. Tutto spinge verso l'illegalità. In questa situazione la CGIL è stata sempre presente a difendere la legalità. Non possiamo consentire che i bambini restino privi di interventi educativi. Bisogna realizzare l'impegno già sottoscritto a Caserta, in occasione della nostra conferenza di organizzazione, tra CGIL, e l'associazione LIBERA di Don Ciotti.