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Unità. FLC CGIL, un linguaggio nuovo sui passi di Gianni Rodari

Un vocabolario nuovo nel sindacato. Mimmo Pantaleo lo ha scritto a chiare lettere nella sua relazione al Congresso della FLC CGIL. Ed è una necessità prioritaria. Il sindacalese deve scomparire dal linguaggio della comunicazione, se si vuole arrivare al cuore dei giovani e dei lavoratori per trasmettere passione.
di Redazione - 15/04/2010

Un vocabolario nuovo nel sindacato. Mimmo Pantaleo lo ha scritto a chiare lettere nella sua relazione al Congresso della Flc-Cgil. Ed è una necessità prioritaria. Il sindacalese deve scomparire dal linguaggio della comunicazione, se si vuole arrivare al cuore dei giovani e dei lavoratori per trasmettere passione.

Così ecco il primo passo. Proprio un dirigente della Flc-Cgil, ha pubblicato il libro sull'«Arte di comunicare»: l'essere e il fare nella comunicazione etica. Lo scopo dell'autore - Francesco d'Assisi Cormino -, è quello di migliorare la comunicazione tra i dirigenti sindacali e i lavoratori. Il libro contiene persino un prontuario sulle critiche. Il NO è sempre negativo, aggressivo, è una escalation che rovina la relazione. Isola e rovina il consenso. Indebolisce e rende sempre più criticabili. Il SI è analitico, aperto e disponibile.

Spiega Cormino: "Comunicare per far conoscere i propri valori e farli vivere nel complesso processo di relazione con gli altri, sempre rispettando l'altro e facendosi carico delle sue ragioni, prendendosene cura".

La Flc-Cgil proprio questo intende fare. Non a caso in vista del secondo congresso nazionale il sindacato si è posto il problema di come alleggerire i lavori. Da qui una rosa di nomi: da Carlo Azeglio Ciampi a Tullio De Mauro. Il primo "invitato" prestigioso non è potuto arrivare a San Benedetto del Tronto. De Mauro, invece, parlerà domani. Ma il suo non sarà un intervento politico. Il professore ed ex ministro dell'Istruzione è un grande filosofo del linguaggio. Farà una "lezione" sui passi di Rodari.

Ermanno Detti, scrittore per ragazzi e pedagogista: «De Mauro è un grande "rodarolo". La pedagogia democratica è il suo pallino». Sarà proprio Detti ad introdurre la tavola rotonda: "Gianni Rodari e le cose difficili: la lettura e la scuola di tutte e di tutti". Rodari infatti si è sempre occupato di lavoro. Con un linguaggio semplice e lineare. Esempio ne è la "Filastrocca dei mestieri": "Io so gli odori dei mestieri/ di noce moscata sanno i droghieri/ sa d'olio la tuta dell'operaio/ di farina il fornaio/ sanno di terra i contadini/ di vernice gli imbianchini/ sul camice bianco del dottore/ di medicine c'è un buon odore/. I fannulloni, strano però/ non sanno nulla e puzzano uin po'". Ma anche la "Storia universale". "In principio la terra era tutta sbagliata/ renderla più abitabile fu una bella faticata...".

Linguaggio nuovo per il sindacato. Sui passi di Rodari.
"Alla Flc-Cgil - spiega Ermanno Detti - rimprovero l'autoreferenzialità, il parlarsi addosso tra di loro, la scarsa comuncazione tra le varie culture. Il loro linguaggio oscuro non solo con la base". Come sostiene Cormino, il sindacato deve rappresentare i lavoratori e rendere conto di quello che fa. "La Cgil lo fa - sottolinea Detti - ogni qual volta si fa un accordo, subito dopo si stabilisce un referendum". Ma il problema sta nel linguaggio. Da spinta per comunicazione nuova, che faccia presa anche sui giovani. "Cancellare il sindacalese, utilizzare il fumetto o la grafic novel, introdurre nell'esposizione battute spiritose": questi i consigli di Ermanno Detti. Che sottolinea: "E' vero che nel sindacato ci sono pochi giovani. Ma l'apertura ai precari non è una novità di oggi". Infatti, i piani di assunzione in ruolo dei precari, furono promossi dal governo Prodi ma sollecitati da Panini.

Il dibattito sul nuovo linguaggio è avviato. Ecco le prime proposte: "Le frasi da non ripetere nemmeno per iscritto - suggerisce Detti - sono quelle che finiscono con il suffisso "one". Ad esempio, precarizzazione. Ops, ma come la mettiamo allora con "manifestazione?". Detti ammette: "Fatta eccezione per manifestazione". La ricerca di maggiore cultura popolare è avviata.

Maristella Iervasi

Aspettando il congresso nazionale