San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 16 aprile 2010 - Al congresso Flc, l'ex ministro dell'istruzione Tullio De Mauro, in una parentesi dedicata alla Figura di Gianni Rodari, si è soffermato sull'enorme valenza dell'istruzione, affermando che "la scuola è un antidoto alle dittature morbide".
"In tanti rivendicano - ha sottolineato - il primato di aver detto per primo che il grande pericolo non sono le dittature naziste ma le dittature morbide che lobotomizzano le persone. Una scuola che funziona - ha aggiunto - è certamente l'antidoto a queste dittature morbide. Ci sono scuole, che nonostante tutto, riescono ancora a funzionare. Non ignoro il dramma dei precari e tutto il resto che non va, ma c'è chi, per fortuna, ostinatamente continua a fare una buona scuola con sforzi incredibili e con impegno. Me ne sono reso conto andando in giro per l'Italia, dal Nord al Sud".
De Mauro ha posto l'accento sui rischi che corre l'istruzione nel nostro Paese. "Taglio dopo taglio quello che rischia di succedere - ha osservato - è una destrutturazione del sistema pubblico. Per evitarla bisogna ripristinare i finanziamenti che le scuole avevano 10 anni fa, nel 2000-2001. Si tratterebbe di recuperare molti milioni. Poi bisogna riprendere il percorso interrotto e cioè bandire concorsi e risolvere la situazione dei precari che è bloccata".
De Mauro si è soffermato infine sull'importanza della lettura che ha sintetizzato nella parafrasi "un libro al giorno leva la lezione privata di torno". "Sotto questo punto di vista - ha detto - siano molto indietro nel nostro Paese. Lo dimostra il fatto che esistono 2.000 biblioteche pubbliche a fronte di 8.000 comuni". E lo dimostrano, per il professore, pure le statistiche.
"Secondo i dati Istat il 47% di italiani legge un libro all'anno, ma la percentuale - ha messo in evidenza De Mauro - scende se si considera che tra questi c'è un 12% di lettori 'morbidi', quelli cioè che includono tra le letture i libri di cucina o le guide turistiche". E per l'ex ministro dovrebbe far pensare anche che esiste un 25-28% di dirigenti e imprenditori che dichiara di non leggere mai un libro. E non si vergognano di confessarlo ai rilevatori''.