2° Congresso FLC CGIL, terza giornata: i lavori del pomeriggio

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    Ore 16.15

    Nel primo pomeriggio i partecipanti al congresso si trasferiscono ad Ascoli, più precisamente al Teatro Ventidio Basso per partecipare alla Tavola rotonda dal titolo "Federalismo e settori pubblici della conoscenza".

    Il teatro è intitolato a Publio Ventidio Basso, originario del Piceno, che fu un famoso e potente cittadino ascolano, nonché politico e generale della Repubblica romana. Favorito anche da Cesare che lo nominò pretore nel 44 a.c. Questo teatro è la continuità di un'antica tradizione ascolana, che testimonia l'amore per l'arte e dell'armonia che questa splendida città ci mostra in ogni suo piccolo angolo. Jean-Paul Sartre scrisse: "Una passeggiata per le strade della città vecchia ascolana è come lo sfogliare a caso un volume di storia dell'arte e avere la fortuna di incontrare le illustrazioni più rappresentative e espressive dei vari periodi dell'arte italiana".

    In questa cornice, si svolgono i lavori coordinati da Francesco Piccioni, il Manifesto. Vi partecipano Vittorio Campione, Associazione ASTRID, Mariangela Bastico, responsabile per i Rapporti con le Regioni del Partito Democratico, Guido Castelli, Sindaco di Ascoli Piceno, Domenico Pantaleo, Segretario generale FLC CGIL.

    Prima dell'avvio della Tavola rotonda, il Presidente della Provincia di Ascoli Piceno ha voluto portare il saluto ed il ringraziamento dell'Amministrazione provinciale alla FLC per aver scelto il territorio piceno come sede del suo secondo Congresso nazionale. Una scelta molto apprezzata dalla comunità locale, sia perché esprime apprezzamento per le caratteristiche del territorio piceno, rimasto finora ai margini dell'attenzione e delle attiività convegnistiche, sia perchè è impegno di quelle amministrazioni concentrare la propria attività a sostegno, rilancio e qualificazione delle sedi e della qualità delle strutture e delle attività formative, dalla scuola alla Università in particolare.

    Conclude il suo intervento, auspicando che i partecipanti al Congresso abbiano modo di apprezzare l'ospitalità di quei territori, pieni di arte e cultura.

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    Ore 18.00

    Si riapre il dibattito con gli interventi dei delegati.

    Peppino Loddo, Segretario generale FLC CGIL Sardegna avvia la sua riflessione a partire dai risultati delle elezioni regionali e dal fatto che la Sardegna è stata apripista per i progetti triennali e la politica sul precariato scolastico. L'istruzione è ridotta da diritto universale a merce: l'adempimento dell'obbligo attraverso corsi di formazione professionale e apprendistato fa del diritto all'istruzione un surrogato del percorso scolastico. Un altro dato importante è la valutazione: la FLC non è contraria ma bisogna ricordare che le scuole non sono aziende. Le Università stanno subendo un danno particolare al Sud e nelle isole.

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    Paola Poggi, centro nazionale FLC CGIL, parte da una riflessione sul ruolo del sindacato, che deve mettere in campo tutte le iniziative e le sinergie per non finire in schieramenti precostituiti. Con la costituzione della FLC è stata anticipata una scelta politica importante, ma per completare il percorso non si può prescindere dall'impegno che la FLC è la casa comune della conoscenza. Dobbiamo essere autonomi dalla politica. L'AFAM aspetta il rinnovo contrattuale da 52 mesi, mancano gli strumenti per mettere nell'angolo chi governa. Sulla tavola rotonda di ieri, a cui hanno partecipato CISL e UIL, sottolinea il fatto che non si può prescindere dalla consultazione dei lavoratori. Tutti i principi contenuti nel documento devono essere praticati.

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    Lillo Fasciana, Segretario generale FLC CGIL Catania, condivide la relazione di Pantaleo, soprattutto quanto alla necessità di un programma politico alternativo, di un modello di sviluppo sostenibile, di un modello di organizzazione sociale che tenga conto della dignità di uomo e lavoratore. Nota come le nostre importanti istanze non arrivino alla massa, altrimenti non si spiegherebbe la mancanza di indignazione diffusa. Il preside della facoltà di lingue della sua città non potrà immatricolare 1.530 studenti come lo scorso anno ma circa 500 a causa della riduzione del FFO e addirittura dovrebbe licenziare 15 TA, che però non si sono rivolti al sindacato ma hanno cercato strade individuali: abbiamo la necessità di aggregare, a partire dall'ascolto della base.

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    Francesco Sinopoli, Centro nazionale FLC CGIL, esordisce dicendo che c'è una guerra nei confronti del sapere e che qualcuno ha pagato più di altri: i precari, che la FLC CGIL aveva messo al centro dell'attenzione già nel precedente congresso. Molti precari si sono avvicinati a noi e le aspettative sono cresciute, ma la partecipazione è comunque ancora bassa. Aggiunge che la Legge 15/09 ha interrotto la pratica riformatrice iniziata negli anni '90 con il ritorno a intese neocorporative. La riconquista della contrattazione collettiva è una priorità. La destrutturazione dell'Università italiana, nel silenzio, produce arretramento. Occorre autogoverno della conoscenza, valutazione, una nuova etica per la selezione della classe docente. L'obiettivo è di affermare una nuova idea di progresso: conoscenza come libertà. Conclude auspicando una direzione comune, a prescindere dalle posizioni congressuali.

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Aspettando il congresso nazionale