Ore 11.10

Nicola Colaianni, docente di diritto costituzionale all'Università di Bari, relaziona su "Costituzione, laicità, universalità dei diritti". "Non c'è dubbio che il modello dell'articolo 39 sia quello di un pluralismo istituzionale organico – afferma Colaianni –. Com'è accaduto in passato, però, in base al principio del nucleo essenziale, anche in futuro potranno essere adottati anche altri modelli".
 
Colaianni collega poi l'articolo 39 della Carta costituzionale ‘l'organizzazione sindacale è libera', e l'articolo 33 ‘l'arte e la scienza sono libere, libero ne è l'insegnamento'. "L'arte e la cultura hanno una loro libertà e non sono condizionabili né dall'economia né dalla politica – sostiene –. Al giorno d'oggi è molto importante ribadire soprattutto la libertà della cultura rispetto all'economia".
 
Passando al secondo punto della sua relazione, il giurista spiega che "la scuola pubblica è lo strumento individuato dall'articolo 33 della Carta costituzionale per assicurare la libertà della cultura in tutto il territorio nazionale, una prerogativa che rimane in capo allo Stato. Il secondo dovere dettato dall'articolo 33 è l'istituzione di scuole pubbliche di ogni ordine e grado". Secondo Colaianni, "la rigidità della Costituzione è determinata dal pluralismo garantito dalla scuola pubblica". Alcune norme recenti, per il docente dell'Università di Bari, hanno rappresentato un cedimento rispetto a questa visione, la scuola sarebbe vista come un'azienda che produce sapere tecnico ma non necessariamente pluralistico".
 
Il terzo punto affrontato da Colaianni è la laicità della scuola individuata dalla Corte costituzionale con una sentenza dell' 89 che riguardava proprio la scuola e l'insegnamento della religione. "La conclusione della Corte costituzionale – ricorda il giurista – è che l'insegnamento di religione è facoltativo. La volontà di introdurre i crediti formativi per l'insegnamento di religione crea uno svantaggio per chi non vuole avvalersi dell'insegnamento di religione stesso".
"La laicità della scuola italiana è diversa da quella che si sperimenta in Europa – aggiunge Colaianni –. In Francia c'è una sorta di laicità di Stato, nel Regno Unito c'è un'idea di lasciar fare. La nostra è una laicità di carattere pluralistico, né impeditiva né permissiva".
 
"Se non sottrarremo l'articolo 33 dalla banalizzazione della Costituzione a cui stiamo assistendo negli ultimi vent'anni per vari principi, anche da parte del centrosinistra – conclude Colaianni – ci macchieremo di una colpa nei confronti delle generazioni future".

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