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Manifesto. «Sindacato in movimento»

CONGRESSO FLC Si apre oggi a San Benedetto del Tronto. Quattro giorni di incontri. Il segretario Pantaleo: «Occorre creare una rete contro la precarietà»
di Redazione - 14/04/2010

 

 
ROMA
Si apre oggi a San Benedetto Del Tronto il secondo congresso della Flc Cgil, la Federazione dei lavoratori dea conoscenza. Secondo, ovviamente, solo cominciando a contare da quando il sidnacato ha deciso di unire i comparti di scuola e università. Un progetto, quello della Cgil, che intende mettere in campo un vero e proprio ripensamento «epistemologico», che metta la conoscenza al centro di un progetto di sviluppo e di un'idea alternativa di società. Saranno questi i temi della relazione di apertura prevista per stamattina del segretario della Flc, Mimmo Pantaleo.
Il vostro è un osservatorio privilegiato, la scuola, e in parte l'università, sono gli ultimi luoghi pubblici da cui osservare le dinamiche sociali del paese. Cosa si vede da lì?
Intanto un arretramento della idea stessa della conoscenza: del tutto legata alle logiche economiche attraverso tagli pesantissimi che mirano alla destrutturazione del sistema pubblico. Assistiamo inoltre a un avanzamento dell'idea che il sapere vada privatizzato: basti vedere quanto viene tolto alla scuola pubblica, e quanto viene dato alla privata. L'obiettivo è far passare l'idea che l'apprendimento di massa così come è stato conquistato nel '68, oggi debba essere essere rimesso in discussione e che la possibilità di accedere al sapere per tutti non possa sposarsi con un insegnamento di qualità. Noi sosteniamo l'esatto contrario: la qualità si conquista tornando a investire sulla conoscenza. Proponiamo un incremento della spesa fino al 2% del Pil, come scelta startegica per uscire dalal crisi: è la strada che d'altronde stanno scegliendo i paesi più avanzati.
La destra, che vince nel paese, sostiene di voler risolvere il problema della qualità del sistema di istruzione attraverso il paradigma della meritocrazia, che si articola in test e valutazioni. E' un piano sul quale vi potete confrontare?
La destra tende sempre ad offrire ricette semplicistiche veicolate attraverso messaggi mediatici che puntano a distruggere, in realtà, i diritti fondamentali. Intendiamoci: anche per noi è prioritario valorizzare i talenti e i meriti. Ma lo si può fare soltanto dando a tutti la possibilità di esprimersi e di partecipare. Non lo si può fare se chi vuole lavorare nel settore della conoscenza è costretto a farlo in condizioni di precarietà e senza alcuna certezza. Se un giovane su tre è disoccupato, e gli altri hanno un lavoro precario, di quale meritocrazia parliamo? E' la precarizzazione di massa che mortifica i talenti. La nostra è una proposta radicalmente alternativa: dare prospettive, fare in modo che il contratto di lavoro nel settore della conoscenza sia solo uno, quello a tempo indeterminato, magari con dei epriodi iniziali a tempo determinato ma che seguano un filo logico.
Questo discorso richiama la mobilitazione dell'università contro il decreto Gelmini, su cui la Flc ha investito, stringendo anche un rapporto per alcuni versi inedtio con i movimenti. Avete intenzione di continuare?
Noi vogliamo continuare a dialogare con i movimenti, anche perché siamo sicuri che da soli non ce la facciamo. Per noi il dialogo e il confronto sono linfa vitale, anche per migliorare la nostra capacità di elaborazione e stringere alleanze e reti sempre più vaste. Io vedo alcuni punti fondamentali nei rapporti con i movimenti: lotta alla precarietà, che però non deve cadere nell'errore della mera difesa delle piccole nicchie di interesse. Un no deciso all'impianto del disegno di legge sull'università, che è centralsitico, autoritario e soprattutto ammazza la ricerca con il meccanismo dei ricercatori esclusivamente a tempo determinato. Occorre invece stabilizzare la precarietà attraverso nuovo piano di reclutamento. E infine, sulla scuola, prevedere un piano pluriennale di assunzione dei precari, attraverso la possibilità di aprire un tavolo che affronti effettiavmente la questione. Con i movimenti dobbiamo ricostruire una filiera di ragionamento che serva a mettere in campo una forza e una proposta aletrnative. Per questo proponiamo, per settembre, gli Stati generali della conoscenza che come obiettivo hanno proprio la costruzione di una rete in grado di costruire e difendere una visione alternativa della società. L'epoca del sindacato chiuso è finita
Cinzia Gubbini ROMA

Aspettando il congresso nazionale